«Il porto di Ortona non può essere ostaggio di manovre politiche a livello regionale e nazionale che nei dubbi dell’incertezza provocano solo danni allo sviluppo del porto commerciale d’Abruzzo che diventerebbe così l’agnello sacrificale per strategie più grandi di noi a discapito dei veri interessi dello scalo ortonese.
Per questo oggi insieme al presidente del Comitato Porto di Ortona e agli operatori abbiamo sentito il bisogno di organizzare una conferenza stampa per ribadire la posizione ufficiale di Ortona e del suo Porto all’interno dell’Autorità di Sistema Portuale del Medio Adriatico».
Risponde così il sindaco di Ortona Leo Castiglione, alle voci e discussioni alimentate in queste settimane da confindustria, rappresentanti sindacali, politici regionali e dell’entroterra e “sedicenti” esperti di portualità, sulla opportunità che il porto di Ortona sia inserito nell’Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia anziché rimanere in quella di Ancona come stabilito dal decreto legislativo del 4 agosto 2016 n.169.
La riforma del 2016 condotta a conclusione dal ministro Graziano Del Rio riorganizzava e semplificava le autorità di sistema portuale che da ventitré sono passate a quindici. Tra queste l’AdSP con sede a Ancona che raggruppa i porti del medio Adriatico compresi quelli abruzzesi di Pescara e Ortona.
La riforma del 2016 condotta a conclusione dal ministro Graziano Del Rio riorganizzava e semplificava le autorità di sistema portuale che da ventitré sono passate a quindici. Tra queste l’AdSP con sede a Ancona che raggruppa i porti del medio Adriatico compresi quelli abruzzesi di Pescara e Ortona.
«Una soluzione che ora viene contestata ma non si comprende su quali basi e dati concreti – continua il sindaco Leo Castiglione – il nostro obiettivo deve essere insieme al presidente dell’AdSP di Ancona Rodolfo Giampieri di rendere operativi al più presto gli investimenti previsti dall’autorità di Ancona su Ortona e avviare il dragaggio che aumenterà il pescaggio dello scalo marittimo per l’ingresso di navi più grandi e non come qualcuno ha affermato intervenire su uno scalo insabbiato. La mia amministrazione sta lavorando al fianco del comitato porto per attivare tutti i mezzi necessari a sviluppare l’operatività dello scalo ortonese mentre chi mi ha preceduto aveva relegato il compito del comitato composto anche dagli operatori portuali di Ortona a organo di facciata e si era circondato di sedicenti consulenti e esperti che continuano a perorare il passaggio con Civitavecchia. Una soluzione che contrasta anche con le direttive europee che vanno nella direzione di una riduzione del traffico merci su gomma in virtù di una maggiore attenzione ai problemi della salute e dell’ambiente, poiché ad oggi il collegamento con Civitavecchia si può attuare solo attraverso le due arterie autostradali abruzzesi».
Le ragioni che sostanziano l’appartenenza alla AdSP di Ancona sono state illustrate dal presidente del comitato porto Davide Tucci e si riassumono nell’incertezza dei tempi di una complessa pratica ministeriale di trasferimento, di cui come hanno anche rivelato gli operatori non vi è traccia ufficiale e che avrebbe come conseguenza il blocco degli investimenti già programmati e della pianificazione della manutenzione ordinaria da effettuare sulle infrastrutture portuali. Per poi continuare nel confronto tra i bilanci pubblici delle due autorità portuali che vede Ancona con bilanci postivi che dimostrano una gestione sana e attenta, nel legame storico che lega i porti di Ortona e Ancona e infine l’incognita sull’istituzione della ZES che vede il porto di Ortona fondamentale per il territorio abruzzese che dunque con il passaggio a Civitavecchia perderebbe un elemento costitutivo».
Il presidente ha poi ricordato le attività svolte dall’AdSP di Ancona sul porto di Ortona che vanno dalla pulizia e ripristino dello scalo di alaggio, all’illuminazione portuale, al ripristino della pavimentazione, alla manutenzione del verde pubblico, alla realizzazione di una nuova pavimentazione al molo Madracchio, ai lavori di consolidamento della statua di san Tommaso, alla realizzazione di servizi igienici, di parabordi d’ormeggio, il rifiorimento della scogliera di protezione del molo nord, nonché l’affidamento per circa 2milioni di euro per la redazione del nuovo Piano Regolatore di Sistema Portuale, finora avviato solo da Ancona. Impegni che testimoniano l’interesse per un porto vivo che da lavoro a 1500 addetti e che presenta grosse potenzialità di sviluppo come dimostrano i dati della movimentazione delle merci elaborate dalla Capitaneria di Porto di Ortona.
«Nel confronto dal 2015 al 2018 – continua Davide Tucci – tutti gli indici sono in crescita a partire dalla presenza delle navi che da 581 passano a 628. Si registra un piccolo calo sulle merce liquida (gasolio e benzina) mentre aumentano le quantità di merce secca, i furgoni movimentati che da 615 passano a 7.788 e anche il movimento passeggeri che da zero passa a 1332. Un totale di merce movimentata che negli ultimi tre anni passa da 836mila tonnellate a 977mila. Questo per ricordare che i dati non possono essere adoperati a proprio piacimento ma vanno contestualizzati anche in riferimento alla crisi che negli ultimi anni ha subito il mercato economico internazionale».
Infine un accenno al corridoio transnazionale che da Barcellona dovrebbe legare Civitavecchia e quindi Ortona e Ploce. «Se l’obiettivo del passaggio a Civitavecchia è quello di istituire questo corridoio di traffico – commenta il presidente Tucci – allora basta intensificare gli accordi commerciali tra le due autorità portuali che già disegnano questi canali di transito delle merci tra nave e gomma senza alimentare ulteriori dibattiti e studi».
Offerto da puntOrtona.it