Duro colpo al turismo, i ristoranti in difficoltà.
A darne notizia è Coldiretti nel sottolineare che il fermo biologico segue quello già scattato il 30 luglio scorso da Trieste ad Ancona che rimarrà in vigore fino al 9 settembre. "Con il blocco totale dei pescherecci in Adriatico - denuncia Impresapesca Coldiretti - aumenta anche il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. Un pericolo favorito dal fatto che - sottolinea Coldiretti - in Italia più di 2 pesci su 3 consumati nei territori interessati dal blocco vengono dall'estero". Dopo l'Adriatico la prossima tappa del fermo biologico 2018 - spiega Impresapesca Coldiretti - sarà il Tirreno, da Brindisi a Roma dal 10 settembre al 9 ottobre e da Civitavecchia a Imperia dal 1 ottobre al 30 ottobre. Per Sicilia e Sardegna - spiega Coldiretti Impresapesca - lo stop è previsto per un mese tra agosto e ottobre su indicazione delle Regioni. Coldiretti ha più volte negli anni chiesto una radicale modifica di questo strumento di gestione che non risponde più da tempo alle esigenze della sostenibilità, tanto che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi. Questo ha determinato nel periodo un crollo della produzione - conclude Coldiretti -, la perdita di oltre 1/3 delle imprese e di 18.000 posti di lavoro. L'auspicio è che dal 2019 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie.